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BARAK OBAMA, IL GRANDE RETORE

gennaio 22, 2009

Vedere gioire il mondo per l’incoronazione di un Presidente USA, da moltissimi considerato il novello profeta, per il quale anch’io in certi momenti mi sono fatto coinvolgere dall’esultanza catapultandomi con l’immaginazione tra folla osannante, ripensando a freddo certe uscite pubbliche del Presidente mi sono sentito a disagio e, sentendomi un guastafeste, mi sono subito tirato in dietro. Da buon discendente di Machiavelli in mezzo a tanto vuoto ottimismo ho cercato di vederci chiaro e tra le parole del grande retore ho rimeditato cosa possa nascondersi dietro tanta enfasi obamiana. Buona parte è stato detto da quel “cuore di pietra” di Mario Giordano che in certo qual modo condivido.

A parte il lodevole sogno di Martin Luther King che questo personaggio vuol realizzare “abbattendo” il razzismo, c’è qualcosa che stride e culturalmente mi spaventa: è la scarsa o nulla considerazione che ha verso il diritto alla vita – troppo sicuro di sé, troppo misurato, troppo freddo per gente che ama la vita.
Nel 2007 il candidato Obama annunciò che se fosse stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America, tra le prime mosse, avrebbe firmato il “Freedom of Chioce Act“, vale a dire la massima libertà di aborto e avrebbe ratificato la legge sull’”Aborto a Nascita Parziale” o interruzione di gravidanza tardiva, giudicata reato con la presidenza Bush che Clinton, su pressione del fronte abortista americano, aveva avallato.

Il Freedom act consente a tutte le donne “residenti in qualsiasi Stato e ad ogni età, anche al di sotto dei 18 anni”, di “abortire in ogni momento della gravidanza”.
Se il primo caso (aborto in fase di avanzato stadio) è di per sé condannabile in quanto soppressione di una vita umana, il secondo, Aborto a nascita parziale, che è sostanzialmente la stessa cosa perché è praticato anche nell’ottavo o nono mese di gestazione, è esecrabile e disumano. Esso consiste in una tecnica in cui viene fatto girare il bambino fino a renderlo podolico, si provocano contrazioni espulsive e lo si estrae fino a che il corpo è completamente fuori, ma rimane nel ventre materno solo la testa. A questo punto si pratica un foro alla base del cranio, si inserisce una sorta di aspiratore e si aspira la materia cerebrale. Si fa così nascere un bambino morto.

Il principio, o se vogliamo, il fine non è quanto andava predicando il teorico della futura socialdemocrazia tedesca, lo zoo-etologo Ernst Heackel il quale nel XIX secolo, alla sua generazione di scienziati parlava esplicitamente di “liceità dell’eutanasia di bambini handicappati e invalidi”? (cfr.: Brass A. e Gemelli A, “L’origine dell’uomo e le falsificazioni di Haeckel”, Editrice Fiorentina, 1910). Principio riveduto e corretto dai guru dell’eugenetica e dell’utilitarismo contemporanei del calibro di Ronald Dworkin, James Watson e Francis Crick: se sei “imperfetto” vai a… farti benedire. Il primo, ne “Il dominio della vita” (Einaudi, 1993), sostiene che “l’uccisione razionale dei più deboli può essere un metodo per migliorare il valore specifico della specie umana”, i secondi sono quelli che nel 1953 descrissero per primi la struttura del codice genetico, noto con il termine Dna, vanno terrorizzando madri che nella parentele hanno un gay.
Sono queste le leggi che il profeta degli “ultimi” vuole riproporre? Se questo non è omicidio, rimane solo da sparare il bambino alla nascita!

Se questi sono i desideri di Obama in politica interna, mi bastano per inquadrare di quale cinismo è pervaso il personaggio. Dire che sia ipocrita è dire poco. Egli ha giurato sulla Bibbia… Forse questa volta Francesco Cossiga non si sbaglia quando afferma che “Obama imbroglia gli americani“. Si fa passare per un ‘self made man’ di origini povere per poi scoprire che “è figlio di una ricca americana che si è presa lo sfizio con un nero che l’ha abbandonata”. Si crede povero, e lo fa credere al mondo, ed “è stato allevato culturalmente nei colleges di lusso americani”. E’ il prototipo del potente vero, un cinico vero, non crede in nulla.

Retorica a parte, “passata la festa gabbato lo santo”, dicono al mio paese. Si spera che non metta mano a questi torbidi desideri. Posizioni da valutare con occhio critico, considerata la grande responsabilità che ha. I TG nazionali ne hanno tessuto le magnificenze. “Perfetto in tutto, guardate come balla, è un ottimo ballerino” – ha ripetuto estasiata una conduttrice del TG5. Alcuni quotidiani profetizzano ironicamente: “ con Obama saremo tutti più felici…!”. Addirittura moltissimi non americani dichiarano che Obama è il loro Presidente e che vorrebbero vivere negli USA ed essere governati da un uomo così: chissà se sono quelli che fino a qualche anno fa avrebbero voluto vivere nell’Unionione Sovietica!

Purtroppo questa è la cultura oscurantista di cui si parla. Non possiamo ignorarla.

Francesco Pugliarello